È arrivata in Impredo da pochi mesi, Valentina Longo con in mente ben chiaro il suo futuro. Trent’anni, una laurea in Ingegneria Edile-Architettura, Valentina è una Project Manager con alle spalle un’esperienza altamente formativa in Qatar per un progetto di mobilità pubblica. «Ho lavorato a Doha per la progettazione della metropolitana – spiega Longo –, un compito complesso perché partiva da zero e lì non c’è l’utilizzo del mezzo pubblico come da noi. È stata un’esperienza molto importante, ma avevo voglia di misurarmi con qualcosa di più realistico».
E così dalla progettazione su carta passa all’ambito dell’impresa, in Impredo: «Un ambiente stimolante e molto interessante, e poi questo nuovo ruolo come Project Manager mi ha permesso di fare e vedere qualcosa in più rispetto alla semplice progettazione. In Impredo posso verificare in prima persona i diversi aspetti del lavoro in cantiere, con un approccio più concreto».
Un ruolo, il suo, certamente delicato ma molto articolato. «Il Project Manager gestisce i cantieri sotto tutti gli aspetti: dall’avvio alla pianificazione, dall’esecuzione al controllo fino ad arrivare alla chiusura del progetto. Si seguono le lavorazioni a 360°, si gestiscono i tempi, i costi e anche la qualità del progetto. È un ruolo di grande responsabilità. Mi arriva un progetto e devo fare in modo che venga realizzato secondo tutti i criteri stabiliti e le linee guida date dai progettisti. Al momento sto seguendo tre cantieri: uno di demolizione e ricostruzione completa di un edificio a piazza Bologna a Roma; un progetto privato di ristrutturazione di una villa ai Parioli; e poi una ristrutturazione e riorganizzazione di un ufficio sempre in zona Parioli».
Il Project Manager guida il team verso l’obiettivo, che è quello di realizzare un progetto e soddisfare le esigenze dei clienti, al tempo stesso interfacciandosi con l’impresa di costruzione e le pubbliche amministrazioni per le varie autorizzazioni.
A Valentina Longo sono richieste competenze trasversali: una formazione tecnica e specifica per prendere decisioni consapevoli e avere il controllo di tutti i processi; capacità di problem solving; doti di leadership, soprattutto rispetto a un mondo – quello edile – molto maschile; saper lavorare in gruppo; e abilità comunicative. «Rispetto al mondo della progettazione, quello delle costruzioni è molto maschile – spiega Valentina –, ma devo dire che qui ho trovato grande collaborazione tra colleghi e l’esperienza in Impredo mi sta dando moltissimo. Sto imparando ad assumermi responsabilità diverse e ad avere una visione più completa. Ho trovato una società ben strutturata ed organizzata, che mi permette una formazione costante e una crescita continua».
Ha già acquistato una casa di sua proprietà? «Sì da poco». Avrà dato del filo da torcere ai venditori, mettendo in campo tutte le sue competenze e qualità sviluppate in ambito lavorativo. «Devo ammettere che sono andata molto preparata, ho studiato a fondo il capitolato e ho fatto domande specifiche che li hanno sicuramente sorpresi».
Origini abruzzesi, ma trapiantata a Roma dai tempi dell’università, Valentina Longo è cresciuta a pane e architettura. Una passione che ha imparato a coltivare nella sua famiglia di origine. «Mia madre è un architetto, ma la mia è stata una scelta forse inconsapevole. A scuola sono sempre stata molto brava e così dopo il diploma ho voluto tentare una strada affine e per cui mi sentivo predisposta e mi sono trasferita a Roma per studiare». Ma nel suo futuro c’è la progettazione o la costruzione? «È giusto che io conosca tutti gli aspetti, lo trovo formativo e importante per svolgere bene ogni ruolo, ma questo ruolo del Project Manager mi piace molto. Mi permette di stare in ufficio ma anche di andare spesso in cantiere, di seguire i lavori. E per me che non amo stare chiusa in un posto è fondamentale. È la mia dimensione ideale».
Valentina è abituata al gioco di squadra. Dopo anni di sci ha praticato pallavolo a livello agonistico: «Nello sport come nella vita il confronto è qualcosa che mi piace, lo trovo stimolante e arricchente. Io osservo e cerco di imparare da tutti, dal muratore al capo cantiere. Sono giovane e tutti possono insegnarmi qualcosa».
E poi ama anche guardare il mondo e gli edifici con un occhio curioso, grazie alla sua passione per i viaggi e per le lunghe passeggiate alla scoperta di qualcosa di nuovo. «Quando osservo l’architettura di un edificio mi soffermo spesso a cercare un particolare, un dettaglio unico e a capire come funziona».
La pandemia ha cambiato un po’ le richieste dei clienti? «Sicuramente sì e c’è anche molta più attenzione a ciò che si desidera. Per le abitazioni, ad esempio, tutti vogliono uno spazio maggiore nella zona giorno, piuttosto che nella zona notte e poi spazi esterni come giardini o balconi. Per gli uffici invece la richiesta è quella di luoghi più piccoli perché viene concessa la possibilità dello smart working, e non è più necessario avere spazi immensi per tutti i dipendenti. Il benessere e la soddisfazione dei clienti per noi sono fondamentali, così come garantire standard abitativi e qualità della vita». Per saperne di più su Impredo
