Tra le sfide alla sostenibilità per il mondo dell’edilizia bisogna aggiungere anche la parola “decarbonizzazione”. Ma cosa significa esattamente? Lo ha spiegato bene Legambiente, nell’ultimo rapporto presentato a fine 2022 insieme al Kyoto Club, dal titolo: “Il settore edilizio verso una nuova sfida: la decarbonizzazione delle costruzioni”. Quando si parla di emissioni di CO2 in edilizia di solito, si parla dei consumi per il loro utilizzo, ma quasi nessuno menziona il concetto di carbonio incorporato, che include le emissioni derivanti dall’origine dei materiali da costruzione, il loro trasporto e le fasi di gestione del cantiere. Infatti, si stima che più del 50% delle emissioni globali di carbonio di tutte le nuove costruzioni tra il 2020 e il 2050 sarà dovuto proprio al carbonio incorporato negli edifici.

La decarbonizzazione degli edifici: le fasi

Per arrivare alla decarbonizzazione nelle costruzioni ci sono passi e punti chiave da tener presente in una tabella di marcia verso una piena sostenibilità del mondo edile.  Il primo punto è misurare l’energia incorporata (emboiled energy): ossia, l’impatto energetico complessivo di un edificio, ovvero, l’energia che include le fasi di estrazione delle materie prime, il trasporto, la manifattura, l’assemblaggio, l’installazione della componentistica e il fine vita dell’edificio stesso. Tutto, dal trasporto fino alla fine della costruzione. Un altro passaggio fondamentale da tener presente è la riqualificazione degli edifici: pratica che consente di risparmiare fino al 75% di emissioni rispetto a una nuova edificazione, specie nel caso in cui fondamenta e strutture rimangano intatte. Anche l’utilizzo di miscele cementizie a basso contenuto di CO2 può contribuire notevolmente a ridurre le emissioni, grazie a materiali come ceneri leggere, argilla calcinata e calcestruzzo riciclato. Altro tassello importante è la massimizzazione dell’efficienza della struttura portante, quella che è maggiormente responsabile delle emissioni di CO2. Secondo la Commissione Europea, il settore delle costruzioni è responsabile del 40% della domanda di energia primaria nella UE e del 36% delle emissioni di gas serra. In Italia, il settore edile contribuisce per il 27,9% alla domanda di energia e per il 24,2% alle emissioni climalteranti. E poi c’è l’impatto paesaggistico con i materiali litoidi di pregio di cui l’Italia è ricca: 4.168 cave autorizzate e 14.141 dismesse o abbandonate dove si estraggono, ogni anno, 29 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia. In più, 26,8 milioni di metri cubi di calcare e 6,2 milioni di pietre ornamentali. “L’obiettivo principale di questo rapporto – ha dichiarato Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente – è portare all’attenzione del mondo politico questo tema di cui si parla troppo poco e di costruire una rete di associazioni, imprese, amministrazioni ed istituti scientifici che spinga la politica ad agire in maniera specifica, stabilendo obiettivi standard e seguendo il percorso già indicato a livello europeo”.