Architetture sostenibili nel mondo: edifici con superfici mangia smog

Una corretta e attenta progettazione è fondamentale per avere edifici che puntino da subito a ridurre l’impatto ambientale e questo sia nell’architettura bioclimatica che nell’utilizzo dei materiali. Una struttura, infatti, che può sfruttare un determinato orientamento solare, avere impianti di riscaldamento e raffrescamento con bassi consumi di energia, o sistemi che all’interno dell’edificio riducano gli sprechi e aumentino l’energia da altri fonti potrà sicuramente contribuire a ridurre le emissioni di CO2. Ma altrettanto importante sarà anche l’utilizzo dei materiali per la costruzione, scegliendo quelli naturali e prodotti secondo regole che rispettino l’ambiente e la produzione locale, o l’utilizzo di materiali riciclati (vetro, legno, plastica). Ma che altro può fare l’edilizia per ridurre l’inquinamento? Tra gli ultimi materiali impiegati nel settore delle costruzioni ci sono prodotti come pitture o cementi “mangia smog”, ovvero in grado di ridurre la quantità di agenti inquinanti che si trova nell’aria.

Come funzionano i prodotti “mangia smog”

I materiali mangia smog hanno la capacità di reagire alla presenza del sole e possono, quindi, eliminare alcune sostanze inquinanti presenti nell’aria. La funzione che si attiva è la fotocatalisi, un meccanismo di decomposizione degli agenti inquinanti, e considerando il grado di inquinamento raggiunto soprattutto nelle grandi città è facile comprendere l’importanza dell’impiego di questi nuovi materiali nelle costruzioni. Anche altri elementi di rivestimento come tegole e pannelli (oltre agli intonaci appunto) possono avere questa capacità di trattenere molecole di umidità e quindi anche di polveri sottili presenti nell’atmosfera.

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Esempi di architetture green

Tra gli esempi di architettura sostenibile e con facciata mangia smog c’è Palazzo Italia, l’edificio realizzato in occasione dell’Expo di Milano nel 2015, ma anche il progetto novAmpere sempre a Milano ha una facciata con un tipo di cemento dal principio fotocatalitico.

A Città del Messico, altra metropoli fortemente inquinata, è stato scelto l’Ospedale Gonzalez come edificio mangia smog, e ha una facciata rivestita con un composto in biossido di titanio che mette in funzione questo processo.

Anche quegli edifici che sono ricoperti di verde lungo le facciate o nei terrazzi sopra i tetti garantiscono un effetto anti-smog, riducendo quindi l’inquinamento e migliorando il microclima (c’è una regolazione dell’umidità e del riscaldamento e una migliore qualità dell’aria). In sostanza il verde mette in atto la sua funzione di filtro naturale.

architetture sostenibili nel mondo giappone

Un discorso simile avviene anche con la pittura Airlite, che molti street artist stanno usando per realizzare murales in città. La pittura entra in funzione con la luce solare e avvia il processo di fotocatalisi e quindi di assorbimento di sostanze inquinanti. A Roma c’è la più grande opera mangia smog di tutta Europa, nella zona Ostiense, realizzata con una pittura naturale in grado di ripulire l’aria proprio come farebbero 30 alberi. Murales con la stessa funzione sono presenti anche in altre grandi città italiane come Milano, Napoli e Padova, e straniere (Romania, Filippine). Immaginiamo l’impatto che avrebbe l’edilizia sulla riduzione dell’inquinamento se tutti, o almeno una buona parte, gli edifici di una città fossero realizzati con queste nuove tecniche!