Aumenta la qualità energetica degli immobili in Italia, ma sono ancora troppe le costruzioni energivore
La Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (Fiaip), insieme all’ENEA e all’Istituto per la Competitività (I-Com), ha rilevato come nel 2021 si sia registrato un netto aumento della qualità energetica degli immobili, merito in larga parte delle agevolazioni fiscali “green”, come il Superbonus 110%.
Accanto a questo dato incoraggiante emerge, però, anche un’altra verità: è ancora troppo alta la compravendita di immobili energivori, prevalentemente di quelli appartenenti alle classi energetiche D e G. Segno che si è ancora distanti dagli obiettivi UE stabiliti al 2030 al 2050 sull’efficientamento degli edifici.
L’indagine 2021 sulla compravendita di immobili performanti
Se nel 2020 la pandemia di COVID-19 aveva avuto un impatto nel settore immobiliare rendendo più appetibili quegli immobili dotati di ampi spazi interni ed esterni rispetto a quelli dalle elevate caratteristiche qualitative – quali alta qualità energetica e sicurezza sismica, il 2021 ha visto invece un’inversione di rotta.
Grazie al supporto degli incentivi green entrati in vigore, fare efficienza energetica intervenendo sull’involucro degli immobili e sul loro sistema impiantistico ha spinto parecchio il mercato immobiliare, tanto che si è registrato un aumento di circa il 30% sull’acquisto di immobili in classe A.
Maggiori investimenti sulla riqualificazione energetica dei fabbricati presenti non significano, però, aver acquisito una pratica consolidata relativa al tema del risparmio energetico.
I dati emersi dal rapporto annuale Fiaip – ENEA – I-Com hanno evidenziato che è ancora predominante la compravendita degli immobili appartenenti alle classi energetiche G e D, soprattutto nelle aree periferiche delle città, dove gli immobili compravenduti appartenenti alle classi meno performanti sono circa l’80%, mentre nelle aree centrali la prevalenza di immobili di pregio appartenenti alle classi energetiche A e B è al 36%.
Verso una cultura della riqualificazione?
Il rapporto annuale evince il forte interesse della popolazione verso la scelta di acquistare edifici meno energivori e mette in luce la consapevolezza di quelli che sono i vantaggi e la qualità dell’abitare in immobili performanti dal punto di vista energetico. Allo stesso tempo rileva un dato importantissimo: a scarseggiare è quella che può essere definita una cultura legata al valore della riqualificazione energetica, dal momento che si è ancora molto lontani dal considerarla una pratica sociale stabile.
In questo contesto, le barriere finanziarie hanno un ruolo preponderante: il settore finanziario pare non essere in grado di evidenziare il potenziale insito nel processo di efficientamento energetico, quando è di fondamentale importanza rendere evidente il valore aggiunto a lungo termine del fare efficienza energetica a fronte di un investimento iniziale. Le troppe barriere finanziarie non invogliano a investire sulla realizzazione di impianti rinnovabili, isolamento termico e impianti performanti di climatizzazione, né aiutano la misurazione del risparmio energetico. Scarseggia la comunicazione in merito alla prestazione energetica delle classi più performanti.
Ecco spiegato perché, nonostante il forte interesse verso la scelta di acquistare edifici meno energivori, allo stato attuale si corre il rischio di non riuscire a raggiungere gli obiettivi UE, secondo cui entro il 2050 tutti gli immobili dovranno essere a emissione zero.