Architetture sostenibili nel mondo: edifici con superfici mangia smog
Una corretta e attenta progettazione è fondamentale per avere edifici che puntino da subito a ridurre l’impatto ambientale e questo sia nell’architettura bioclimatica che nell’utilizzo dei materiali. Una struttura, infatti, che può sfruttare un determinato orientamento solare, avere impianti di riscaldamento e raffrescamento con bassi consumi di energia, o sistemi che all’interno dell’edificio riducano gli sprechi e aumentino l’energia da altri fonti potrà sicuramente contribuire a ridurre le emissioni di CO2. Ma altrettanto importante sarà anche l’utilizzo dei materiali per la costruzione, scegliendo quelli naturali e prodotti secondo regole che rispettino l’ambiente e la produzione locale, o l’utilizzo di materiali riciclati (vetro, legno, plastica). Ma che altro può fare l’edilizia per ridurre l’inquinamento? Tra gli ultimi materiali impiegati nel settore delle costruzioni ci sono prodotti come pitture o cementi “mangia smog”, ovvero in grado di ridurre la quantità di agenti inquinanti che si trova nell’aria.
Come funzionano i prodotti “mangia smog”
I materiali mangia smog hanno la capacità di reagire alla presenza del sole e possono, quindi, eliminare alcune sostanze inquinanti presenti nell’aria. La funzione che si attiva è la fotocatalisi, un meccanismo di decomposizione degli agenti inquinanti, e considerando il grado di inquinamento raggiunto soprattutto nelle grandi città è facile comprendere l’importanza dell’impiego di questi nuovi materiali nelle costruzioni. Anche altri elementi di rivestimento come tegole e pannelli (oltre agli intonaci appunto) possono avere questa capacità di trattenere molecole di umidità e quindi anche di polveri sottili presenti nell’atmosfera.
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Esempi di architetture green
Tra gli esempi di architettura sostenibile e con facciata mangia smog c’è Palazzo Italia, l’edificio realizzato in occasione dell’Expo di Milano nel 2015, ma anche il progetto novAmpere sempre a Milano ha una facciata con un tipo di cemento dal principio fotocatalitico.
A Città del Messico, altra metropoli fortemente inquinata, è stato scelto l’Ospedale Gonzalez come edificio mangia smog, e ha una facciata rivestita con un composto in biossido di titanio che mette in funzione questo processo.
Anche quegli edifici che sono ricoperti di verde lungo le facciate o nei terrazzi sopra i tetti garantiscono un effetto anti-smog, riducendo quindi l’inquinamento e migliorando il microclima (c’è una regolazione dell’umidità e del riscaldamento e una migliore qualità dell’aria). In sostanza il verde mette in atto la sua funzione di filtro naturale.
Un discorso simile avviene anche con la pittura Airlite, che molti street artist stanno usando per realizzare murales in città. La pittura entra in funzione con la luce solare e avvia il processo di fotocatalisi e quindi di assorbimento di sostanze inquinanti. A Roma c’è la più grande opera mangia smog di tutta Europa, nella zona Ostiense, realizzata con una pittura naturale in grado di ripulire l’aria proprio come farebbero 30 alberi. Murales con la stessa funzione sono presenti anche in altre grandi città italiane come Milano, Napoli e Padova, e straniere (Romania, Filippine). Immaginiamo l’impatto che avrebbe l’edilizia sulla riduzione dell’inquinamento se tutti, o almeno una buona parte, gli edifici di una città fossero realizzati con queste nuove tecniche!
L’edilizia e i cambiamenti climatici: soluzioni per costruzioni sostenibili
Cosa può fare oggi il settore dell’edilizia per contrastare il cambiamento climatico? Molto e non a caso la Commissione Europea ha imposto alcune direttive per cercare di tutelare l’ambiente e favorire la sostenibilità anche nel campo delle costruzioni. Il problema è soprattutto energetico, consumi contenuti, riduzione dei costi, minor inquinamento, maggior efficientamento energetico, favorendo quindi l’uso di energia rinnovabile.
L’impegno dell’Europa
L’Europa ha già preso un impegno con la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 per arrivare al 2050 ad avere emissioni zero. Ma ci sono anche delle linee generali di un pacchetto di politiche climatico/energetiche denominato “Fit-for-55” che mette in pratica questo impegno. Si tratta di misure legislative vaste che riguardano la regolamentazione per la riduzione delle emissioni e l’utilizzo di fondi speciali per settori come edilizia appunto, trasporti e industria. L’Italia deve favorire la propria transizione ecologica, evitando sprechi e dispersione termica, riducendo di fatto le emissioni degli edifici. Bastano alcuni dati sulla dispersione energetica di un edificio per comprendere l’importanza di questi interventi: circa il 50% per le pareti, 30% del tetto e 20% porte e finestre.
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Raffrescamento e riscaldamento
Un’estate così ricca di ondate di calore frutto dei cambiamenti climatici non fa che aumentare il desiderio di ambienti freschi, consumando però energia. E proprio per questo servono nuove soluzioni per il raffreddamento degli edifici che a lungo andare hanno un impatto importante sul consumo di energia e sulle emissioni di gas. Non tutti gli edifici al momento sono dotati di aria condizionata, ma in futuro questa situazione cambierà, da qui la necessità di utilizzare energie rinnovabili, favorire l’isolamento termico delle abitazioni e la ventilazione, fruttando le stagioni e le loro caratteristiche (energia eolica, solare ecc…).
Vetrate fotovoltaiche per i balconi
L’attenzione dei costruttori è soprattutto sulle nuove abitazioni che riescono ad avere oggi sistemi di riscaldamento e raffrescamento moderni e sostenibili, ma alcuni accorgimenti e lavori si possono effettuare anche in edifici e case in ristrutturazione. Tra le novità degli ultimi anni ci sono le vetrate fotovoltaiche, vetri di nuova generazione che producono energia a basso costo, riducendo il riscaldamento e la climatizzazione del 50%. Una novità dell’edilizia sostenibile, che consente di avere dei balconi eleganti ma allo stesso tempo intelligenti, catturando e trasformando l’energia solare in corrente grazie a delle cellule fotovoltaiche. Un sistema utilizzato soprattutto all’estero, ma che nel giro di alcuni anni potrebbe prendere piede anche in Italia.
Tetti verdi
Soprattutto in città avere i cosiddetti “tetti verdi” è un benessere per l’edificio stesso e per la vita nell’urbe. Questo perché si migliorano le condizioni microclimatiche delle abitazioni sia in inverno che in estate, si favorisce la diffusione del verde, si mitigano gli effetti termici, si migliora la qualità dell’aria con la riduzione delle polveri sottili, si può trattenere l’acqua piovana e riutilizzarla.
Domotica ed elettrodomestici
Anche i sistemi di domotica con la gestione dei consumi in casa da remoto, la possibilità di regolare la temperatura interna, la posizione delle tapparelle e di conseguenza la luce naturale può aiutare molto in un discorso di risparmio energetico. Così come l’uso di elettrodomestici di ultima generazione. Ogni singola componente può contribuire a raggiungere l’obiettivo di un mondo più sostenibile e ad emissioni zero.
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Costruzioni: assunzioni in crescita ma mancano alcune figure professionali
Le previsioni per le assunzioni nelle imprese sono in crescita: +27mila nel mese di agosto e 70mila unità nel trimestre agosto-ottobre, che in numeri si traducono in 285mila lavoratori ricercati nel mese e 1,3 milioni nel trimestre. A richiedere figure professionali sono il mondo dell’industria (81mila), di cui 55mila nel manifatturiero e 26mila nelle costruzioni (+32,9% sull’anno). Ma si registra anche una difficoltà di reperimento personale sulle assunzioni programmate di circa il 41,6% stando ai dati del bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal, con le imprese di costruzioni che toccano da sole una criticità pari al 52,7%. A luglio le offerte di lavoro sono state oltre 500mila, di cui 41mila assunzioni sono nel settore delle costruzioni (+4.2% rispetto a un anno fa), ma anche in questo caso con una difficoltà di mancanza di candidati sempre sopra la soglia del 40% in generale, e che per il settore delle costruzioni sale al 54%.
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Le figure professionali richieste
Nel post covid le imprese di costruzione hanno avuto più fabbisogno di personale, per questo la richiesta di figure professionali specializzate è notevolmente aumentata. Il fabbisogno di fatto è stato superiore all’offerta per alcuni settori come appunto quello delle costruzioni, ma anche per comparti come amministrativo, marketing, trasporti, logistica e agro-alimentare. E si prevede che saranno proprio i diplomi in questi settori i più richiesti anche nei prossimi anni.
Tra le figure più difficilmente reperibili sul mercato ci sono artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (71,7% è di difficile reperimento) e poi anche operatori della cura estetica (71,1%), fabbri ferrai e costruttori di utensili (65,1%), meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori (64,8%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (60,5%). Ma mancano anche informatici, tecnici di telecomunicazioni e della gestione dei processi produttivi di beni e servizi e tecnici in campo ingegneristico (54,9%).
La situazione in Italia
Il settore delle Costruzioni registra, quindi, una crescita dell’occupazione ma anche una mancanza di personale qualificato, ma soprattutto di candidati che rispondano esattamente al profilo ricercati. A luglio, ad esempio, sui dati forniti dal bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal mancavano saldatori, fonditori (65,7% di difficoltà), tecnici della gestione dei processi produttivi (65,3%), artigiani e operati specializzati nelle costruzioni (60,1%). Le difficoltà maggiori a reperire personale si registrano nel Nord-est del Paese (47,2%), a seguire Nord-ovest (41,5%), Centro (39%), Sud e Isola (34,7%). Tra le tipologie di contratto offerte prevale al momento il tempo determinato con il 58%, seguito dall’indeterminato al 16%, poi somministrazione 10% e apprendistato 5%, con un 11% di altre tipologie contrattuali.
La scuola dei mestieri di Impredo
Ed è proprio per sopperire alla mancanza di personale, di figure professionali specializzate che Impredo ha ideato e promosso la scuola dei mestieri edili Mastri 4.0. Un’occasione per formarsi a livello lavorativo, imparare un mestiere e mettere “in cantiere” il proprio futuro. All’interno della scuola di Mastri si potranno apprendere nuove tecniche costruttive e innovative, fare un percorso teorico e pratico di apprendimento con un tirocinio formativo sul campo.
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Il team di Impredo. Giuseppe Buccitti, responsabile ufficio acquisti: «Da quando sono nel campo dell’edilizia osservo tutto con occhi diversi»
«Competenze commerciali e nel settore dell’edilizia, intraprendenza, cordialità, fermezza, capacità di gestire controversie e impegno quotidiano». Sono queste le caratteristiche necessarie per gestire un ruolo importante come quello che ricopre Giuseppe Buccitti, responsabile dell’ufficio acquisti di Impredo. Si lavora in coordinamento con i dirigenti tecnici e i responsabili dei cantieri, si gestiscono gli ordini e le necessità di tutte le commesse, che sono tante e diverse, e ovviamente si tengono in considerazione le tempistiche di consegna e lavorazioni.
«Si tratta di un lavoro complesso e articolato – illustra Buccitti –, c’è un continuo confronto interno con riunioni cadenzate. La collaborazione nel nostro staff è fondamentale, lavoriamo insieme in armonia, anche se poi alla fine ognuno gestisce delle commesse diverse. Il nostro lavoro è un supporto nello studio di fattibilità, c’è un contatto con i fornitori, si definiscono gli ordini e poi i contratti di acquisto. Ci sono quindi due aspetti da considerare: quello cantieristico e delle attrezzature e poi quello economico-finanziario. Di fatto il nostro lavoro fa da collante con nove settori, ci si muove all’unisono e uno dipende dal lavoro dell’altro».
Buccitti vanta un’esperienza quasi ventennale nel settore acquisti: «Ho cominciato a lavorare subito dopo gli studi, e sono sempre rimasto in questo campo, facendo esperienze diverse e importanti. Alcune competenze si acquisiscono con il tempo come è naturale che sia, e negli anni si riesce ad avere una crescita e una formazione che ti consentono anche di affinare il metodo. Naturalmente la formazione è importante, è la base di tutto, pensiamo solo a come è cambiato il lavoro negli ultimi anni con l’innovazione e l’informatica, l’introduzione dei pc negli uffici. Poi ovviamente l’esperienza quotidiana sul campo fa tutto il resto, ma sono indispensabili anche gli aggiornamenti professionali».
Il pensiero inevitabilmente va all’ultimo anno e mezzo vissuto tra lockdown e pandemia da Coronavirus. «Impredo è un’azienda in continuo movimento e questo ci ha permesso di superare egregiamente un momento non facile per tutto il mondo e per i diversi settori lavorativi. Il gruppo, le competenze e una visione futura ci hanno consentito di guardare oltre».
L’arrivo in Impredo qualche anno fa ha cambiato la vita di Giuseppe Buccitti: «Ci si rimette in gioco volentieri se si ha voglia di fare e di crescere. Per me il cambiamento è sempre positivo, è una spinta a migliorare. Impredo è un’azienda innovativa, che ha le figure dirigenziali al posto giusto e per questo riesce ad avere uno sviluppo continuo. Io cerco sempre di dare tanto, di fare il massimo che posso».
Giuseppe Buccitti è originario di Frosinone, la Ciociaria è da sempre un grande bacino del settore edilizio ed è qui che ha preso le basi del ruolo che ricopre oggi in Impredo. «Qui vivo con la mia famiglia, è una terra che amo e in cui sono cresciuto e ho fatto le mie prime esperienze nel mondo del lavoro. Oggi me ne allontano solo per lavorare in Impredo, ma torno a casa ogni sera. Qui ho cominciato a giocare a calcio a buoni livelli e ancora oggi sono un tifoso del Frosinone. Quando posso faccio trekking, immersioni e pratico ciclismo. Amo lo sport e mi piace il contatto con la natura».
Ma lavorare nel campo dell’edilizia ha permesso a Giuseppe Buccitti anche di sviluppare un occhio attento a ciò che lo circonda e uno spirito critico con cui cercare di vedere in maniera il mondo attorno a sé. «Da quando sono nel campo dell’edilizia ho imparato molto e ora osservo tutto con occhi diversi, come per esempio i lavori pubblici e privati che fanno nella mia città o nel territorio circostante. Soprattutto ci tengo molto alla valorizzazione dei bellissimi borghi della Ciociaria. Il nostro territorio ha tante ricchezze a cui è giusto dare la rilevanza che meritano».
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Il team di Impredo. Sandro Capezzali, responsabile del controllo di gestione: «L’azienda la sento come mia»
«L’azienda la vivo e la sento come se fosse mia». I. È arrivato a giugno del 2019 da Perugia con alle spalle anni di lavoro in una realtà più piccola a conduzione familiare, e si è ritrovato in un’azienda in grande evoluzione. «Mi sono trasferito a Roma per amore, con la mia compagna ci sposiamo il prossimo 2 ottobre – racconta Sandro Capezzali –, e abbiamo creato una bellissima famiglia allargata con i nostri rispettivi figli. Roma è una città caotica, invivibile per molti aspetti, ma offre un’esplosione di opportunità, mentre Perugia ha tutta un'altra dimensione sia nel modo di vivere che di lavorare. Con Impredo è nato tutto in modo fortuito, ma non potevo trovare azienda migliore».
Passare dalla vita di una cittadina più raccolta e provinciale a una metropoli è un grosso cambiamento. «Era probabilmente arrivato il momento giusto per questo trasferimento – spiega il responsabile del controllo di gestione di Impredo –, nell'altra azienda avevo dato tutto negli anni precedenti, ricoprendo anche incarichi importanti e contribuendo al rilancio dopo un momento di crisi. Ma per me era maturato il tempo di fare un salto. E così è nata questa opportunità di fare in sostanza il medesimo lavoro, ma allo stesso tempo di misurarmi con una sfida nuova. Sono profondamente grato all’azienda in cui sono cresciuto e in cui sono stato per tanto tempo, ma sono davvero entusiasta di essere in questo team di Impredo, dove gestisco una bella mole di dati».
Sandro Capezzali è uno che si è formato sul campo, ha cominciato a lavorare giovanissimo, appena ventenne con un diploma in tasca di geometra. Prima la libera professione, poi l’impiego in un’impresa in cui si è occupato di consulenza esterna e di formazione. Un percorso variegato che gli ha dato la grande esperienza che ogni giorno mette al servizio nel suo nuovo ruolo in Impredo. «Essere il responsabile del controllo di gestione – prosegue – mi permette di confrontarmi ogni giorno con i responsabili tecnici e con i colleghi dell’amministrazione. Sono lo “switch” tra il cantiere, e quindi la parte operativa, e l’area finanziaria. Nel mio lavoro devo valutare criticità, imprevisti e importi che possono anche subire delle variazioni, parliamo di budget e costi di produzione. Nel mio ufficio arrivano tutti i dati delle commesse, c’è un controllo quotidiano, mensile e annuale della pianificazione economica. È un’attività che ha molte sfaccettature ed è un lavoro che amo profondamente. Mi piace quando tutto funziona, vedere negli altri la soddisfazione per la mansione svolta alla perfezione».
Il lavoro del singolo in Impredo è anche un lavoro di gruppo, che si avvale delle competenze di ognuno ma che trova nel team la migliore realizzazione. Capezzali si confronta con i colleghi del comparto spese generali, dell’amministrazione e con un supervisor: «Il confronto è sempre indispensabile – aggiunge –, poi io non amo la monotonia, mi piace imparare e conoscere, guai a fermarsi. Confrontarsi con gli altri è sempre un ottimo modo per crescere».
Il matrimonio alle porte, tre ragazzi in famiglia, la voglia di tornare a viaggiare, il futuro non può che essere nella città eterna: «Perugia la porto nel cuore, ma non tornerei mai indietro. Venire a Roma è stato il mio investimento ed è una grossa opportunità anche per i ragazzi, che qui possono trovare con più facilità la loro strada. Spero anche prima o poi, passata la pandemia, di fargli conoscere l’Europa, le grandi capitali del nostro continente».
E il futuro sono proprio questi giovani, su cui anche Impredo scommette: «Trovo lodevole l’iniziativa dell’azienda di investire sui ragazzi, di specializzarli con la scuola Mastri 4.0 dedicata ai mestieri edili – conclude Capezzali –. Come padre credo sia fondamentale dare ai giovani di oggi uno sbocco lavorativo concreto, per imparare una professione certa. Questo progetto può essere per molti un’ancora di salvezza. Impredo è un’azienda che crea, è in costante trasformazione e movimento, guarda sempre lontano, è dinamica. Al suo interno ha saputo creare un team misto, con personale che ha la giusta esperienza e giovani di talento che sono la scommessa del futuro». Investire e scommettere, il segreto del successo è racchiuso in queste parole!
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Edilizia: l’allarme di Ance per la carenza di materiali, manodopera e aumento dei costi
Da alcuni mesi il mondo dell’edilizia fa i conti con le carenze di materiali e con il conseguente aumento dei costi per le materie prime. Ma a mancare sono anche la forza lavoro e i ponteggi. L’allarme viene lanciato dall’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili. La situazione è cominciata a peggiorare alla fine del 2020 e non si è modificata in questi mesi del 2021. La problematica rischia di far slittare tanti cantieri e bloccare alcuni lavori. Eppure, per le aziende sembrava un momento propizio dopo la pandemia, con il grande successo del Superbonus 110% e l’avvio di tantissimi lavori dopo un periodo di stasi.
I costi dei materiali
L’Ance sottolinea come da novembre 2020 a maggio 2021 i prezzi delle materie prime siano aumentati fino a toccare una percentuale del 150%. In particolare, rame, ferro e acciaio hanno subito rincari sino al 110%; stessa percentuale per i polietileni. È salito anche il prezzo del legno e delle vernici, del cemento (10%), del bitume (quasi il 22%). Una problematica che non è derivata dal boom del Superbonus o solo dalla pandemia, ma più in generale da una serie di fattori, che hanno portato alla chiusura internazionale delle industrie e a una interruzione naturale del commercio. Tra l’altro la mancanza di materiali e l’aumento dei costi non riguarda solo l’Italia ma anche altri paesi dell’Europa, come Francia, Germania e Regno Unito.
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La situazione di Roma e Milano
L’edilizia risente di questa problematica dei materiali e dei costi per la gestione sia dei cantieri ma anche dei preventivi (soprattutto di quelli chiusi mesi fa e che oggi si trovano a scontrarsi con un aumento tanto alto e non previsto dei materiali). La difficoltà è proprio quella di non poter gestire a lungo termine le continue variazioni e quindi di non poter fare programmi se non a breve raggio. Inoltre, come sia era verificato in estate con una mancanza di polistirolo per i cappotti degli immobili (necessari per i lavori del Superbonus), ora si accusa una mancanza di ponteggi, utili per rifare le facciate dei condomini (anche in questo caso lavori che rientrano negli incentivi statali).
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Manodopera carente
Regioni come Lombardia e Liguria, in particolar modo, affrontano problematiche legate anche alla mancanza di manodopera. L’Ance stima un fabbisogno occupazione per il 2022 di circa 265mila posti di lavoro solo nell’edilizia. All’appello manca il 60% degli operai specializzati, fattore che si traduce in lavori più lenti proprio per l’assenza di manodopera qualificata. Maestranze difficilmente sostituibili ed è per questo che Impredo ha lavorato alla creazione di Mastri 4.0, la scuola dei mestieri edili. Lo scopo è quello di formare i giovani, insegnandogli un mestiere e avviarli alla carriera professionale e specializzata, garantendogli allo stesso tempo un futuro.
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Impredo diventa S.p.A. Benefit: un'evoluzione societaria virtuosa e innovativa
Impredo è diventata una S.p.A Benefit con delibera assemblare dal 20 ottobre 2021. L'adesione al nuovo modello societario e aziendale punta a includere una nuova finalità, quella del beneficio comune, dell'operare per avere un impatto positivo sulla società e sull'ambiente, formalizzando un aspetto che da sempre fa parte della mission guidata da Daniele D'Orazio.
L'impegno di Impredo
Impredo già disponeva di un codice etico necessario a individuare e rendere noto il perimetro valoriale entro cui opera, impegnandosi a rispettarlo nei confronti degli stakeholder. Con il recente progetto Mastri 4.0, poi, l'azienda ha deciso di promuovere un'iniziativa formativa con finalità anche sociali rivolta ai giovani che vogliono intraprendere una carriera nelle professioni edili, dando loro l'opportunità di costruirsi un futuro certo è appagante.
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Ora a questi due impegni se ne aggiunge un altro, inscritto nella nuova condizione giuridica dell'azienda: lavorare per il beneficio comune, in modo responsabile, sostenibile e trasparente.
Agire quindi per il bene della comunità e delle persone, del territorio in cui opera e dell'ambiente in generale, collaborando con enti e associazioni locali. Perché fare impresa vuol dire anche essere responsabili nei confronti dei lavoratori, delle diverse comunità e della tutela energetica e ambientale.
«La trasformazione di Impredo in una S.p.A Benefit è un passo che mi rende orgoglioso» dichiara Daniele D'Orazio, Amministratore delegato di Impredo. «Il nostro motto è "le persone prima di tutto" ed è stato per questo naturale per noi assumere questa nuova forma giuridica. Io sono fermamente convinto che nell'attuale scenario socio economico globale, le aziende abbiano un ruolo decisivo nel progresso della società. Al perseguimento del profitto, necessario e indispensabile nel successo di un'impresa, deve accompagnarsi una vision che abbia a cuore le comunità, un impegno a sostegno della crescita e dello sviluppo delle persone. Non soltanto le istituzioni pubbliche nazionali e gli organismi Internazionali hanno il compito di lavorare al bene comune - conclude D'Orazio - anche le aziende devono contribuire in maniera determinante al progresso della società».
Daniele D'Orazio, Amministratore di Impredo
Cosa sono le società Benefit
Le società Benefit sono state introdotte in Italia con la legge n.208 del 28 dicembre 2015 (nel 2010 le cosiddette Benefit Corporation erano già state istituite negli Stati Uniti) e rappresentano un'evoluzione positiva e innovativa del modello d'impresa.
Nelle società Benefit lo scopo di profitto deve camminare di pari passo con quello del beneficio comune, c'è un bilanciamento tra l'interesse dei soci e quello della collettività. E la "mission" viene protetta anche in eventuali passaggi di leadership, vendite o quotazioni in borsa.
Già negli anni '60 e poi successivamente negli anni '90 del secolo scorso si discuteva di società con obblighi verso la comunità o che operano con criteri sostenibili. Oggi il tema è divenuto centrale tanto da suggerire alla Nazioni Unite l'inserimento nella sua Agenda 2030 del principio secondo cui le aziende devono perseguire e realizzare obiettivi di sostenibilità.
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La casa del futuro: servizi integrati e tecnologia sono il valore aggiunto
Più del 50% delle famiglie italiane ha dichiarato di voler cambiare casa nei prossimi due anni. Un desiderio che si è rafforzato dopo la pandemia, costretti a passare in casa più tempo del previsto, e sfruttando il vantaggio economico di questo periodo. Sta cambiando il modo di vivere gli spazi abitativi, sta cambiando la composizione delle famiglie e in futuro si andrà verso una nuova normalità e una diversificazione delle domande. Il valore aggiunto delle nuove case saranno di sicuro i servizi accessori, l’implementazione della tecnologia e gli spazi esterni (sempre più richiesti).
La casa dei desideri
Ciò che il sondaggio ha messo in evidenza è un desiderio di avere una abitazione più grande, per se stessi o la propria famiglia (acquisto) o per i figli (investimento), tra gli 80 e i 100 metri quadri, con uno spazio esterno e alcuni servizi in particolare. Le richieste dei possibili acquirenti si focalizzano su: terrazzo e/o giardino (78%); servizio di portineria (52%); sicurezza (quasi il 26%); area fitness e wellness (23%); assistenza e manutenzione (18%).
La casa viene cercata attraverso strumenti tecnologi, la ricerca su internet è il primo passo, ma il rapporto con l’agente è di primaria importanza. La tecnologia gioca un ruolo importante anche nella struttura della casa stessa, perché spesso si cercano abitazioni di nuova costruzione, dotate di domotica, in edifici “intelligenti”. L’attenzione per la smart home o per lo smart building si registra soprattutto da parte dei clienti giovani o comunque sotto i 60 anni.
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I vantaggi di una smart home e di uno smart building
La gestione della casa in modo intelligente, la possibilità di risparmio economico e di un benessere generale spingono gli utenti a cercare case dotate di domotica o costruite con materiali di ultima generazione. I nuovi edifici, infatti, riescono a garantire la regolazione di temperatura, l’illuminazione e la sicurezza (antifurto, sensori di rilevazione per gas, citofono) sia all’interno dell’abitazione che del condominio (riscaldamento, ventilazione, condizionamento dell’aria, ascensori e ricarica veicoli). La possibilità di gestire l’energia garantisce comfort (benessere e riduzione dei problemi di salute), risparmio economico ma soprattutto un valore aggiungo dell’immobile rispetto al mercato tradizionale. Gli immobili certificati, infatti, hanno un aumento del valore che oscilla tra il 7 e l’11% in più rispetto agli edifici privi di certificazione ambientale.
Cantieri e nuove forme residenziali
Si parlerà di smart building nel Made Expo in programma a Milano dal 22 al 25 novembre, di futuro del mondo delle costruzioni, perchè ci saranno nuove modalità di interazione, di gestire i cantieri e valutare nuove soluzioni grazie allo sviluppo della tecnologia e dell’innovazione. Nei prossimi dieci anni si prevede anche uno sviluppo residenziale legato a nuove forme di abitazioni, studentati, co-living, co-husing, build to rent che uniscono le esigenze delle persone e garantiscano servizi integrati e un’alta efficienza energetica a costi contenuti.
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Alla scoperta di Torrino Mezzocammino: il quartiere dei fumetti
Tra i nuovi quartieri di Roma, a metà strada proprio tra il cuore della capitale e la foce del Tevere, sorge Torrino Mezzocammino, quest’area residenziale che una volta era una stazione di sosta per i barconi carichi di merci che arrivavano dal porto di Ostia ed erano diretti al porto fluviale di Ripa Grande o di Ripetta. Mezzocammino indica proprio la metà del percorso, e qui negli ultimi vent’anni sta sorgendo un nuovo quartiere di Roma che vanta grandi spazi verdi con giochi per bambini, piazzette per il ritrovo di ragazzi e adulti, piste ciclabili, aree per i cani separate, strade ampie. Inoltre è dotato di tutti i servizi, un’area felice e verdeggiante in cui vivere.
Il quartiere Torrino Mezzocammino
Siamo in un territorio vasto e caratterizzato da piccole alture nel territorio a Sud di Roma, tra la via Cristoforo Colombo e l’Ostiense, tra i centri di Castel di Decima e quello della Laurentina Acqua Acetosa, un’area ricca di potenzialità archeologiche.
Il nuovo quartiere è dedicato ai fumetti (le strade ai grandi creatori, mentre i parchi e le scuole prendono i nomi dai personaggi dei fumetti più famosi), con una rotatoria in cui troneggiano pannelli in fotoceramica antismog e antiscritta. Torrino Mezzocammino, quindi, è stato così fortemente caratterizzato, tanto da creare un forte senso di appartenenza e socialità tra gli abitanti.
«È un quartiere a misura di famiglia – ci spiega una mamma che ha scelto di vivere qui da qualche anno –. C’è tanto verde, sembra un’oasi di pace nel caos dei quartieri più centrali di Roma. Abbiamo tutti i servizi a portata di mano, i bambini hanno questi parchi immensi in cui giocare e i ragazzi più grandi riescono a muoversi da soli nel quartiere con facilità sia per andare a scuola che per vedere gli amici e mangiare un gelato insieme».
«Io lavoro all’Eur e ho scelto di abitare a Torrino Mezzocammino – racconta un giovane dipendente di un’azienda –. Con pochi minuti di macchina riesco ad andare in ufficio, ma anche in palestra o a fare la spesa. La sera mi godo il relax in un’area poco trafficata e nel weekend prendo la bici o faccio lunghe passeggiate sfruttando le aree verdi».
Il lavoro di Impredo per Torrino Mezzocammino
Anche Impredo ha contribuito e sta contribuendo alla realizzazione di Torrino Mezzocammino con alcuni importanti progetti residenziali e commerciali, un’estetica moderna, dalle linee semplici e dai colori naturali ma allo stesso tempo caratterizzanti e originali. Impredo si è occupato della realizzazione in via Giuseppe Lucchetti Rossi di uno spazio commerciale moderno e funzionale; in via Dal Zotto invece sta realizzando sei palazzine per un totale di 270 appartamenti, una parte delle abitazioni sono già state consegnate. Due edifici ad uso residenziale sono stati realizzati, invece, in via Bortone; degno di nota l’edificio realizzato in via Hugo Pratt, design originale e moderno per questa struttura a destinazione residenziale e commerciale.
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Il team di Impredo. Barbara Della Ventura, HR e Sicurezza: «Qui imparo ogni giorno qualcosa di nuovo»
Ha visto Impredo crescere e trasformarsi, diventare una grande società e un punto di riferimento nel settore dello sviluppo immobiliare italiano e con prospettive di espansione nei mercati europei.
In Impredo Barbara Della Ventura si occupa di Servizi Generali e Sicurezza, più in particolare della gestione del personale e della documentazione per la sicurezza. «Sono arrivata in Impredo nel 2015 – racconta – quando l’azienda era molto giovane. In questi anni ho assistito a uno sviluppo incredibile: una crescita che ha trasformato l’azienda e che ci ha permesso di strutturarci in modo importante, avvalendoci del lavoro, dell’esperienza e della collaborazione di numerosi professionisti. Impredo oggi è una società in espansione, attenta all’immagine, che conosce i propri punti di forza ed è sempre pronta a migliorarsi».
Barbara Della Ventura si è formata in Impredo ed è cresciuta, lavorativamente parlando, insieme all’azienda: «Ho imparato molto sul campo, frequentando corsi di formazione e aggiornamento. Sono entrata per svolgere mansioni di segreteria, ma oggi, grazie alla formazione che l’azienda mi ha messo a disposizione, mi occupo della gestione del personale e della sicurezza: mi occupo di risorse umane, richieste di permessi, ferie e visite mediche delle persone impiegate. Poi c’è l’aspetto della sicurezza, che invece riguarda tutta la parte di produzione di documenti per l’accesso ai cantieri. Questo è un lavoro delicato, ma anche stimolante e gratificante. Ci sono tanti aspetti legislativi e burocratici di cui bisogna tenere conto. Fare bene questo tipo di mansione significa essere sempre attenta a ciò che cambia ed essere curiosa».
Barbara Della Ventura è l’esempio di come gli studi scolastici e universitari non necessariamente definiscono il futuro lavorativo, ma che possono essere invece importanti nello sviluppo della forma mentis di competenze eterogenee. «Io ho un diploma di ragioneria – spiega – che mi dà una cultura generale molto vasta e quella base per gestire al meglio il mio lavoro, e poi una laurea in Mediazione Linguistica, con specializzazione in spagnolo e cinese, che sì ha carattere umanistico ma mi ha dato la possibilità di approfondire materie come diritto ed economia. Inoltre, ho fatto anche un master in marketing. Sono una persona curiosa, dalla visione ampia e aperta, mi piace approfondire e conoscere, il mio cervello non è statico ma in continuo movimento».
Cosa le piace di più del suo lavoro? La risposta di Barbara è sicura: «Non è un lavoro standard o noioso ogni cantiere ha le sue esigenze. Ho la possibilità di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, di interfacciarmi e di collaborare con diverse persone e di arricchirmi, perché svolgo mansioni di coordinamento con i tecnici di cantiere e con i project manager, e poi anche con alcune figure esterne come i consulenti».
Presto in Impredo arriverà un fiocco azzurro. Barbara Della Ventura andrà in maternità: «Sì, per un periodo non sarò presente in azienda – spiega – e infatti in questo periodo sto formando una persona che mi sostituirà per il tempo necessario. Sarà una piccola pausa, ma io il mio futuro lo vedo qui in Impredo. Conciliare lavoro e maternità è possibile, ne abbiamo diversi esempi qui nella nostra azienda».
Almeno il 30% dei dipendenti di Impredo è donna, una percentuale non di poco conto soprattutto nel settore edile, tradizionalmente a impronta molto maschile. «Dedizione e rispetto per il lavoro e per gli altri sono alla nostra base» aggiunge Barbara Della Ventura. «Siamo un team, abbiamo obiettivi comuni e tutti insieme lavoriamo per raggiungerli. Questi sono concetti che mi porto dietro sin da bambina, perché ho giocato a pallavolo a livello agonistico. Ho imparato che in uno sport di squadra si vince e si perde tutti insieme. In Impredo io metto in pratica questi stessi insegnamenti, perché siamo come una squadra sportiva, ognuno fa del suo meglio nel proprio campo per la riuscita dell’impresa».
Appassionata di design di interni e di architettura, Barbara Della Ventura ama viaggiare e conoscere il mondo: «Cerco di fare almeno due viaggi all’estero all’anno, soprattutto in Europa. La mia città ideale è Oslo, mi piace per la sua architettura, per le persone e per l’ambiente, mi dà delle sensazioni incredibili. Certo la gestione della città, rispetto a Roma, è più facile perché c’è una concentrazione di popolazione più bassa rispetto alla nostra. E poi adoro lo stile di arredamento diffuso nel nord Europa, con questi ambienti moderni, essenziali, dalle linee semplici dove domina il legno e sono molto luminosi. Trasmettono calore e purezza. Sarà anche per questo che mi piace molto osservare i lavori che terminiamo in azienda, soprattutto palazzine nuove, edifici storici e ristrutturazioni: mi soffermo a guardare i rivestimenti e i materiali utilizzati. Una fonte di continuo arricchimento».
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