Il successo di Mastri 4.0 e l'evoluzione della scuola

Una crescita esponenziale, veloce e sempre più in linea con la ricerca di nuovi profili lavorativi. La scuola Mastri 4.0, ideata da Daniele D’Orazio, Amministratore Unico di Impredo, nell’ultimo anno è diventata una realtà all’avanguardia e in continua crescita.

Una scuola all'avanguardia

La scuola ha raggiunto una struttura stabile ed efficiente. Sono decine i colloqui che ogni mese sono svolti dal personale di Mastri per indirizzare le persone verso i corsi a loro più congeniali. Inoltre, la sinergia creata con le aziende, che richiedono i profili, le società di lavoro, i partner di Impredo e l’Associazione centro ELIS, ente no profit che forma persone con particolare attenzione a chi è socialmente ed economicamente svantaggiato, permette un rapido e sicuro inserimento nel mondo del lavoro.

Non solo mastri di cantiere edile, ma recentemente la scuola ha inserito due risorse in un corso di Tecnici di Fibra Ottica attivato da Elis per conto di Open Fiber.

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Dal 2021, anno del corso pilota che ha dato il via a Mastri 4.0, di strada ne è stata fatta moltissima. Altri corsi sono stati realizzati, un numero maggiore di studenti è stato, di volta in volta coinvolto. Nuove sinergie e accordi sono stati raggiunti con i CPIA, i centri d’Istruzione per gli Adulti, con CONSEL, il consorzio di ELIS che raggruppa numerose aziende italiane e poi con Randstad Italia, agenzia per il lavoro. Lo scorso anno Mastri 4.0 ha registrato il proprio logo presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Tanti e importanti sono i passi in avanti fatti per una scuola che fin dall’inizio si è posta l’obiettivo di contrastare la povertà educativa.

Un futuro pieno di idee

Una realtà rivolta al futuro con nuove idee e iniziative da realizzare. A breve i corsi della scuola prenderanno il via anche per i detenuti giunti a fine pena. Un’idea di Daniele D’Orazio che vuole offrire un percorso nuovo e soprattutto una seconda, concreta possibilità, a chi esce dal carcere. Inoltre, si sta sviluppando anche l’idea di realizzare dei corsi per il settore della ristorazione. Sempre più alta infatti, è la richiesta di figure in quest’ambito.

Daniele D’Orazio è fiero del successo ottenuto finora: “Una scuola che si evolve, cambia ma rimane legata indissolubilmente al suo obiettivo: contrastare la povertà educativa, creare nuova forza lavoro e offrire una seconda possibilità. Quando pensavo a Mastri non avrei mai immaginato di poter raggiungere così presto questi traguardi. E abbiamo altre idee da sviluppare per rendere questa scuola un luogo di formazione sempre più al passo con il mondo del lavoro di oggi”.


Costo dei materiali e inflazione: un 2023 in salita per il comparto costruzioni UE

Costi e inflazione in aumento, difficoltà a trovare manodopera specializzata e mancanza d’interventi significativi dei governi, segnano il settore delle costruzioni in tutta Europa. E il futuro si prospetta in salita.

 È stato un 2022 intenso per gli investimenti in Italia e nel resto dell’Europa: la crisi energetica, acuita dal conflitto russo – ucraino; la stretta monetaria per ridurre l’inflazione, che a dicembre era a 9,2% in UE e 12,3% in Italia e lo spostamento della spesa previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha portato ad una diminuzione degli investimenti. Il settore delle costruzioni, volano della ripresa post pandemia, dopo una crescita a doppia cifra nel 2022, si è fermato a un +2,2% nel 2023.

Un segno sempre positivo ma il calo è stato importante e le previsioni per il futuro indicano dati ancora in discesa.

Un insieme di fattori che, nonostante la chiusura con segno positivo, ha fatto registrare ben otto mesi dello scorso anno con una contrazione di tutto il reparto costruzioni nell’Eurozona. A confermare questa crisi, uno studio del Financial Times che fa riferimento ad un’indagine di S&P Global Market rivolta a 650 imprese di costruzioni in Europa. Ad incidere in maniera negativa sull’intero comparto sarebbe principalmente l’aumento dei prezzi delle materie prime.

Un calo costante

I dati raccolti dallo studio mostrano un calo costante delle attività che coinvolge le economie dei maggiori Paesi europei: Italia, Francia e Germania, soprattutto. È infatti, emerso che l’attività edilizia è diminuita ad un ritmo più veloce di quello registrato nel marzo del 2013, fino ad oggi il periodo peggiore.

La voce più pesante che fa presagire un anno intenso per il settore edile è quella del costo delle materie prime. Il caro materiali ed il caro energia continuano infatti, a pesare sulle imprese che a loro volta non hanno però la possibilità di girare i rincari ai futuri acquirenti. C’è anche un’altra voce importante: la mancanza di manodopera specializzata. E in più c’è l’impellente esigenza di aumentare il patrimonio costruito, per incrementare la qualità degli edifici riducendo così i costi delle famiglie ed anche, cosa non da poco, adeguarsi alle sempre più stringenti direttive europee in materia di costruzioni.

Proprio l’efficientamento del patrimonio potrebbe essere la chiave di svolta per il comparto edile in questo 2023. Il problema è che finora nessun è intervenuto in modo adeguato. In Germania, i nuovi ordini di costruzioni di case hanno registrato un calo del 14% rispetto all’anno precedente. E le cose non vanno meglio in Francia o in Italia, dove l’ANCE da tempo, chiede un intervento adeguato per aiutare le imprese.

Norme comuni

Servono norme stabili e comuni. È questo che emerge dallo studio. Ciò che accomuna i paesi europei è proprio la richiesta di armonizzare i regolamenti edilizi garantendo incentivi stabili che favoriscano interventi di riqualificazione e di conseguenza facciano bene all’economia. Il settore edile si appresta quindi ad entrare in un nuovo ciclo: la sua produttività sarà costretta a cambiare per garantirsi un futuro.


BAU, la fiera delle costruzioni torna in Aprile

Sarà ad Aprile, e precisamente dal 17 al 22, a Monaco di Baviera, la nuova edizione di BAU, il Salone più importante del settore della costruzione in Europa. Dopo lo stop forzato dovuto alla pandemia, la fiera torna con tantissime novità per il futuro delle costruzioni che si annuncia all’insegna della sostenibilità. BAU riunisce le necessità dei settori specifici con fornitori ed acquirenti internazionali. Grazie alla sua ampia gamma di prodotti, la fiera è in grado di attirare un grandissimo numero di architetti, ingegneri civili, fabbricanti di materiali per la costruzione, costruttori e pianificatori, da tutto il mondo.

Le novità del 2023

Quattro le sezioni in cui si svilupperà la BAU.

La prima riguarda la sostenibilità nel mondo delle costruzioni.

Il tema è ormai sempre più dibattuto e un punto di svolta inevitabile. Il cambiamento climatico è una questione importante per le attività nel settore delle costruzioni, perché l'energia utilizzata per gli edifici è “fossile”, e da sola rappresenta il 25% di tutte le emissioni di gas serra solo nell'Unione Europea. L'industria delle costruzioni ha l'opportunità di frenare il cambiamento climatico con l'aiuto di processi sostenibili, con costruzioni e pianificazione ad alta efficienza energetica. I punti essenziali della sostenibilità in edilizia sono: uso consapevole delle risorse disponibili, riduzione del consumo di energia e materie prime e tutela dell'ambiente. All’interno di questa sezione, la fiera ospita una mostra speciale del German Sustainable Building Council (DGNB), dove saranno mostrati approcci risolutivi che mostrano la “pianificazione climatica neutra”.

Il secondo settore riguarda la digitalizzazione nel mondo edile.

Infatti, tecnologie come l’intelligenza artificiale, la robotica e l’apprendimento automatico sono sempre più utilizzate anche nel settore delle costruzioni. Senza una digitalizzazione appropriata, il settore è costretto ad affrontare enormi sfide. Secondo il DIHK Innovation Report 2020, l’82% delle piccole e medie imprese sta pianificando di sviluppare nuovi servizi e modelli di business. Ciò di cui l'industria delle costruzioni ha urgente bisogno per affrontare queste sfide può essere riassunto in poche parole: infrastrutture, interessi aziendali, lavoratori qualificati, competenza del costruttore.

Il futuro dell'abitare

Utilizzare le proprietà esistenti in modo diverso, o piuttosto ristrutturare e integrare. I concetti e le strategie di vita sostenibile sono al centro della fiera, così come il risparmio delle risorse per la densificazione delle aree inutilizzate.

Risorse e riciclaggio e l’edificio modulare sono gli altri temi in fiera.

Il settore delle costruzioni deve far fronte alla scarsità di risorse, alla carenza di materiali e ai problemi della catena di approvvigionamento. Un'ulteriore riflessione verso una migliore economia circolare nell'edilizia è necessaria per ragioni ecologiche ed economiche. Così come la costruzione modulare è, oggi, una delle tendenze future più importanti nel settore delle costruzioni. I vantaggi sono molteplici:

  • Meno rifiuti di costruzione in cantiere:se i singoli moduli vengono prefabbricati in officina, ci sono meno rifiuti in cantiere e meno rumore in cantiere.
  • I lunghi processi di progettazione e costruzione sono ridotti al minimo:con l'aiuto di metodi di lavoro digitalizzati, gli adeguamenti possono essere implementati in modo flessibile in pochi minuti.
  • Ridurre i costi e costruire in modo più sostenibile: unminore sforzo di pianificazione rende l'intero processo di costruzione più economico.
  • Opzioni di personalizzazione flessibili:i processi di costruzione standardizzati sono facili da personalizzare. Con la costruzione modulare è possibile, ad esempio, riutilizzare singole parti o utilizzarle altrove.

La fiera BAU di quest’anno si prospetta come un punto di svolta e rilancio per tutto il settore edile. Una vera sfida per salvaguardare il futuro del pianeta e del mondo delle costruzioni.


Decarbonizzare le costruzioni, la nuova sfida dell’edilizia

Tra le sfide alla sostenibilità per il mondo dell’edilizia bisogna aggiungere anche la parola “decarbonizzazione”. Ma cosa significa esattamente?

Lo ha spiegato bene Legambiente, nell’ultimo rapporto presentato a fine 2022 insieme al Kyoto Club, dal titolo: “Il settore edilizio verso una nuova sfida: la decarbonizzazione delle costruzioni”.

Quando si parla di emissioni di CO2 in edilizia di solito, si parla dei consumi per il loro utilizzo, ma quasi nessuno menziona il concetto di carbonio incorporato, che include le emissioni derivanti dall’origine dei materiali da costruzione, il loro trasporto e le fasi di gestione del cantiere. Infatti, si stima che più del 50% delle emissioni globali di carbonio di tutte le nuove costruzioni tra il 2020 e il 2050 sarà dovuto proprio al carbonio incorporato negli edifici.

La decarbonizzazione degli edifici: le fasi

Per arrivare alla decarbonizzazione nelle costruzioni ci sono passi e punti chiave da tener presente in una tabella di marcia verso una piena sostenibilità del mondo edile.

 Il primo punto è misurare l’energia incorporata (emboiled energy): ossia, l’impatto energetico complessivo di un edificio, ovvero, l’energia che include le fasi di estrazione delle materie prime, il trasporto, la manifattura, l’assemblaggio, l’installazione della componentistica e il fine vita dell’edificio stesso. Tutto, dal trasporto fino alla fine della costruzione.

Un altro passaggio fondamentale da tener presente è la riqualificazione degli edifici: pratica che consente di risparmiare fino al 75% di emissioni rispetto a una nuova edificazione, specie nel caso in cui fondamenta e strutture rimangano intatte.

Anche l’utilizzo di miscele cementizie a basso contenuto di CO2 può contribuire notevolmente a ridurre le emissioni, grazie a materiali come ceneri leggere, argilla calcinata e calcestruzzo riciclato.

Altro tassello importante è la massimizzazione dell’efficienza della struttura portante, quella che è maggiormente responsabile delle emissioni di CO2. Secondo la Commissione Europea, il settore delle costruzioni è responsabile del 40% della domanda di energia primaria nella UE e del 36% delle emissioni di gas serra. In Italia, il settore edile contribuisce per il 27,9% alla domanda di energia e per il 24,2% alle emissioni climalteranti. E poi c’è l’impatto paesaggistico con i materiali litoidi di pregio di cui l’Italia è ricca: 4.168 cave autorizzate e 14.141 dismesse o abbandonate dove si estraggono, ogni anno, 29 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia. In più, 26,8 milioni di metri cubi di calcare e 6,2 milioni di pietre ornamentali.

“L’obiettivo principale di questo rapporto – ha dichiarato Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente – è portare all’attenzione del mondo politico questo tema di cui si parla troppo poco e di costruire una rete di associazioni, imprese, amministrazioni ed istituti scientifici che spinga la politica ad agire in maniera specifica, stabilendo obiettivi standard e seguendo il percorso già indicato a livello europeo”.


Una meraviglia di casa

Elegante, anzi nobile. È esattamente il termine che viene in mente guardando il palazzo che si erge in via Asmara 31, nel quartiere Trieste a Roma.

Un immobile costruito da Impredo e terminato nel 2021. È iniziato tutto dalla demolizione di un vecchio edificio scolastico. La ricostruzione prevedeva la realizzazione di appartamenti di pregio ad uso residenziale, distribuiti su sette piani e tre piani interrati destinati a box e posti auto.

Un nuovo modo di concepire la casa

Il risultato è un edificio elegante, moderno, luminoso, perfettamente integrato nel quartiere. L’architettura fa da eco alla tradizione romana perché ricorda la palazzina nobile di una Roma antica. Impredo si è concentrata sull’organizzazione: ha coordinato e gestito le fasi di lavoro e le maestranze per velocizzare la consegna del prodotto immobiliare finito, migliorando al contempo alcune opere edilizie già effettuate.

“In questo cantiere Impredo ha gestito il magazzino e la logistica dei materiali – ha spiegato Daniele D’Orazio, CEO di Impredo. Si è reso necessario individuare soluzioni alternative all’utilizzo della gru per il trasporto dei materiali sul cantiere. Il nostro team ha compiuto un importante sforzo organizzativo e di logistica”.

Tra comfort e sostenibilità

Un palazzo nobile ma estremamente moderno e sostenibile. L’immobile, infatti è dotato di appartamenti con ampi spazi interni ed esterni e con elevata classe energetica. Sono stati utilizzati materiali di pregio, tra cui anche il travertino che rende elegante la facciata e l’ingresso con due grandi scale che si intrecciano, e impiegate soluzione tecnologiche improntate al comfort, alla sicurezza e al green. Una casa domotica e dotata di spazi condivisi finemente progettati. E poi la sostenibilità che si rispecchia in ogni angolo: dalla vetrata che illumina di luce naturale l’ingresso ai box nei piani interrati tutti dotati di ricarica elettrica.

L’immobile realizzato da Impredo è stato progettato per vivere la casa nel massimo comfort ma anche la città: situato in una posizione invidiabile e in un quartiere ricco di locali, si trova anche a poca distanza dal centro, ma tra parchi e giardini: un modo per vivere la città senza rinunciare al verde.


I nuovi trend di chi acquista casa in Italia

Una casa più grande, confortevole, preferibilmente lontana dal centro città, con spazi ampi, la famosa “camera in più”, e con giardino o terrazza affacciata sul verde. Sono queste le caratteristiche principali che cerca oggi chi vuole acquistare una casa in Italia.

I trend del mercato

Si può dire che il trend del mercato immobiliare in Italia è abbastanza variegato. Molti cittadini progettano di cambiare casa e la maggior parte vuole una casa di proprietà e non in affitto.

È una sorta di nuova primavera quella del mercato immobiliare italiano e le motivazioni sono dovute a diversi fattori.

Il primo è che, dopo il COVID, gli italiani hanno cambiato il loro rapporto di vivere la casa: oggi le abitazioni rappresentano un luogo dove prendersi cura di se stessi. Ne parla dettagliatamente la recente ricerca di Banca d’Italia dal titolo: “Living on my own”, secondo la quale gli italiani manifestano nuovi gusti e desideri riguardo la condizione abitativa e ricercano case più grandi, confortevoli e lontane dal caos cittadino. Il distanziamento sociale e lo smart working si rivelano così due fenomeni tutt’altro che passeggeri. Anche i più giovani abbandonano l’idea del monolocale per uno spazio più grande e ad essere gettonate sono le case fuori città, anche per una questione economica.

Infatti, i prezzi sono più abbordabili in periferia che in centro e questo spinge non solo le famiglie ma anche i single a cercare la casa più grande fuori città. Ad essere in fermento sono anche i piccoli centri, diventati destinazione di chi rinuncia alle comodità della città in favore di uno stile di vita più salutare e a misura d’uomo.

Il mercato italiano

Un altro fattore che ha dato la spinta al mercato immobiliare italiano, è il concetto di investimento sicuro. È evidente che in tempi d’incertezza economica, gli italiani tendono ad investire in quelli che considerano beni rifugio, come il mattone, appunto. I mesi recenti sono stati caratterizzati da una notevole ricerca di immobili, anche considerando l’acquisto delle seconde case. Ma quanto sono disposti a spendere gli italiani che vogliono una nuova casa? Le ultime stime del mercato dimostrano come nelle città con dimensioni più grandi si verifica una concentrazione più elevata per quanto riguarda la fascia più bassa di spesa, che arriva fino a 119mila euro.

Le grandi città e il risparmio energetico

Ma la situazione varia soprattutto nelle grandi città. Ad esempio, a Roma e Milano si concentrano gli immobili della fascia più alta, ossia dai 250mila ai 400mila euro. A Milano si possono trovare immobili da più di 4mila euro al mq per case “usate” e non edifici di nuova costruzione. A Roma, sempre per l’usato, gli immobili partono dai 2.900 euro al mq.

Un altro fattore che condiziona la ricerca della nuova abitazione è il tema del risparmio energetico. È diventata una centralità per moltissimi acquirenti: il 66% di essi infatti, ricerca una casa ad alta efficienza energetica e il 57% è disposto a tenere i riscaldamenti al minimo pur di dare il proprio contributo al bene dell’ambiente.

“La sostenibilità degli edifici diventa sempre più centrale per le nuove costruzioni – afferma Daniele D’Orazio, CEO di Impredo. Costruire un edificio sostenibile vuol dire adottare soluzioni progettuali, costruttive ed impiantistiche in grado di contenere le dispersioni energetiche garantendo comunque alti standard di efficienza. Un concetto che noi di Impredo conosciamo bene e continuiamo a sviluppare in ogni cantiere”.

 

 


Qualità, sicurezza e formazione: futuro al lavoro

Il 2023 si preannuncia un anno importante per l’Italia sul fronte lavoro. Le “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali a medio termine 2021 – 2025”, secondo il rapporto ANPAL e Camere di Commercio, segnala una richiesta di posizioni lavorative, per i 5 anni, compresa tra 3,5 e 3,9 milioni.

L’indagine Excelsior 2022 di Union Camere, rileva che l’industria cerca circa 103mila lavoratori da inserire in azienda. A livello settoriale, le imprese delle costruzioni prevedono 34mila entrate seguite poi dalle altre industrie: meccatronica 18mila unità, metallurgia e prodotti in metallo 14mila, etc.

256mila sono invece le opportunità di lavoro offerte dalle imprese di servizi.

Le figure più ricercate

Andando nel dettaglio, se figure come operai edili, ad esempio carpentieri, muratori, artigiani sono sempre molto ricercate, saranno le competenze green più pervasive nei diversi settori e profili professionali. I profili legati all’edilizia e alla riqualificazione abitativa come tecnici delle costruzioni, ingegneri civili ed installatori di impianti saranno particolarmente richiesti.

È in crescita quindi, la richiesta di figure professionali qualificate ma le imprese faticano a trovare persone formate. Perché la formazione è punto fondamentale per la crescita. I giovani che svolgono una formazione professionale hanno eccellenti prospettive sul mercato del lavoro ed esistono molte possibilità anche di riqualificazione professionale. La formazione deve essere rivolta a tutti: perché al centro ci deve essere sempre la persona.

La strategia di Impredo

Impredo lo sa bene, ne ha fatto la sua filosofia, e quando si parla di formazione in ambito edile, si parla dell’Accademia Mastri 4.0.

Una scuola dei mestieri vera e propria, un progetto formativo in grado di creare una sinergia inter-istituzionale fra scuola pubblica, formazione professionale e imprese. Mastri 4.0 mette in relazione gli studenti svantaggiati, per lo più migranti, che frequentano i CPIA, Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, con le aziende attive nell’ambito delle costruzioni.

L’obiettivo è insegnare il mestiere con professionalità e competenza, permettendo così un sicuro inserimento nel mondo del lavoro e di conseguenza nella società civile.

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Un percorso formativo completo

Il percorso unisce conoscenze teoriche e pratiche, quest’ultime svolte in cantiere. L’obiettivo della scuola è formare competenze nel settore edile ma si vuole anche riscoprire il ruolo dei “mastri di bottega”. I corsi di Mastri 4.0, prima vera azione che Impredo Academy ha messo in pista che rilanciare il lavoro nei cantieri, sono a ciclo unico, e attivati su richiesta delle aziende.

S’impara lavorando, mettendo in campo tutte le innovazioni tecnologiche del settore. Nel corso dell’esperienza didattica c’è spazio anche per lezioni sulla sicurezza del lavoro, orientamento al lavoro organizzazione amministrativa e imprenditorialità. Tutte tappe fondamentali per una formazione completa.

Recentemente Impredo è entrata in CONSEL, il Consorzio di aziende Elis, dove presenterà il progetto Mastri 4.0, offrendo ancora più visibilità e opportunità per gli studenti che decideranno di avvicinarsi al mondo dei cantieri edili. Il marchio della scuola è stato registrato presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Un passo quest’ultimo che fa di Mastri 4.0 un progetto di formazione unico nel suo genere e professionalmente competente.


A Roma realizzata la nuova Accademia delle Belle Arti

Da famosa discoteca a prestigiosa sede universitaria. È stata una vera sfida trasformare il complesso immobiliare di Via Libetta, a Roma, che per anni ha ospitato tra i più famosi club della movida capitolina ad autorevole e moderna sede della RUFA - Rome University of Fine Arts, importante accademia di Belle Arti.

Una sfida, anche contro il tempo, vinta in pieno da Impredo che ha studiato una ristrutturazione curata nei minimi dettagli valorizzando il mood originario della struttura, vincolata dalla Soprintendenza capitolina.

Rispetto per la storia e il valore degli immobili

La ristrutturazione edilizia operata da Impredo è stata totale. Nel rispetto della storia e della natura degli immobili, sorti agli inizi del ‘900 e destinati ad attività produttive, poi trasformati in luoghi della movida romana con le discoteche Goa e Barone Rosso, Impredo ha intrapreso opere di efficientamento energetico e miglioramento sismico, ed ha effettuato tutte i lavori necessari per migliorare l’aspetto della struttura senza alterarne la volumetria.

Sono stati aperti lucernai, realizzate pensiline e tettoie. Sono stati conservati gli elementi di pregio, come le carpiate ed i pilastri e disegnati i soppalchi per dare ampiezza alle aule universitarie. In particolare, la creazione di lucernai e superfici finestrate permette l’ingresso della luce naturale che prima l’immobile non aveva a causa della sua natura industriale.

Tutti gli immobili, che prima erano separati, ora sono collegati tra loro da uno spazio esterno: una sorta di “piazzetta” con copertura in ferro che è punto di ritrovo per gli studenti. Inoltre, le aule, ampie e luminose, sono collegate tra loro attraverso spazi esterni.

Una corsa contro il tempo

L’intervento ha visto la partecipazione di oltre 50 professionisti dell’edilizia tra muratori, fabbri, carpentieri, falegnami, impiantisti elettrici e meccanici. 6.000 metri quadrati l’ampiezza degli ex capannoni che, una volta completata la ristrutturazione, potranno ospitare circa 350 persone tra studenti, docenti e personale amministrativo.

I lavori sono iniziati nell’aprile 2022. A settembre sono stati consegnati tre immobili, perfettamente in tempo con l’inizio dell’anno accademico, mentre per l’ultimo la consegna è prevista a marzo del 2023.

“Sin dalla sua fondazione la nostra azienda ha sempre lavorato al fianco di sviluppatori e progettisti per sviluppare prodotti immobiliari innovativi e sostenibili - ha dichiarato il CEO di Impredo, Daniele D’Orazio. Realizzare questo importante progetto di rigenerazione urbana - ha spiegato - ci ha permesso di consegnare a Roma una struttura all’avanguardia, moderna, nuova dove migliaia di giovani avranno l’opportunità di formarsi”.


Sostenibilità nelle costruzioni: verso ME 2023

Costruzioni e Involucro. Sono i nomi dei due saloni che si svilupperanno intorno ai concetti d’innovazione e sostenibilità al prossimo Made Expo che si terrà a Milano dal 15 al 22 novembre 2023.

Cinque giorni per parlare, discutere e confrontarsi sul futuro delle costruzioni e di tutto ciò che ruota intorno. E dove saranno proposti servizi e tecnologie in grado di proiettare il settore edile nel futuro.

CAM: criteri ambientali minimi

Un futuro che è già iniziato: il 4 dicembre scorso è entrato in vigore il decreto relativo ai Criteri Ambientali Minimi (CAM), per la progettazione e i lavori edili, nato dalla collaborazione tra UNI - Ente Italiano di Normazione e il Ministero della Transizione Ecologica.

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I CAM si basano sui principi dell’economia circolare e su modelli di sviluppo sostenibile. Unico e principale obiettivo é ridurre l’impatto ambientale generato dai lavori di costruzione di edifici pubblici e gestione dei relativi cantieri.

Recupero, riuso e riciclo dei rifiuti è sicuramente il passo principale da compiere. Secondo il rapporto Rifiuti Speciali 2022 di ISPRA, il comparto edile contribuisce in modo significativo alla produzione dei rifiuti speciali. Si stima inoltre, che dal 5 al 12% delle emissioni totali di gas a effetto serra prodotte in Italia, dipendano dall’estrazione di materiali, dalla costruzione e dalla ristrutturazione degli edifici.

Una priorità coerente anche con il dodicesimo obiettivo dell’agenda UE 2030, secondo il quale occorre garantire modelli di consumo e di produzione sostenibili, riducendo la quantità dei rifiuti prodotti e sviluppando metodologie che consentano il riciclo.

Il Salone Costruzioni al ME 2023

Protagonisti del Salone Costruzioni a ME 2023 saranno:

  • Software e tecnologie dedicati alla progettazione e al Building Information, sistemi costruttivi e soluzioni per strutture e infrastrutture;
  • Attrezzature per la sicurezza e il cantiere;
  • Proposte per la riqualificazione energetica, l’isolamento termico e il comfort;
  • Materiali e finiture per l’architettura d’interni;
  • Soluzioni per l’integrazione tra edificio e impianto.

L’opportunità offerta da Made Expo 2023 riguarda tutti noi - afferma Daniele D’Orazio, CEO di Impredo. Bisogna cambiare passo e attuare i principi dell’economia circolare ad ogni settore del nostro ambiente. Non è solo un discorso di sostenibilità, ma c’è in gioco il futuro del pianeta e noi dobbiamo fare la nostra parte”.

 

 


Economia circolare e costruzioni sostenibili

Riparare, riusare, riciclare. Si potrebbe riassumere in queste tre parole il senso dell’economia circolare. Applicata al mondo delle costruzioni, si parla di edilizia circolare: per un futuro ad alta sostenibilità.

 

Per capire bene come sarà l’edilizia circolare bisogna partire dalla definizione di economia circolare. Una delle più citate è della Ellen MacArthur Foundation, secondo la quale è “un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare, i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera e quelli tecnici, destinati ad essere ri-valorizzati, senza entrare nella biosfera”. L’obiettivo principale è estendere il più possibile il ciclo di vita dei prodotti e ridurre al minimo la produzione di rifiuti. Inoltre, una volta che il prodotto ha terminato la propria funzione oppure si rompe, viene riciclato, reintroducendolo nel ciclo economico dei materiali con cui era stato creato.

Vecchi materiali, nuovi prodotti

È evidente che applicare questo tipo di economia al settore delle costruzioni, attualmente tra le industrie con il più alto impatto ambientale e che più di ogni altro produce rifiuti speciali, vuol dire migliorarlo sensibilmente, e migliorar anche l’aspetto sociale ed economico di un settore che crea i luoghi del vivere quotidiano.

Nel 2017, in tutta l’Unione Europea, il settore dell’edilizia ha prodotto 57 milioni di tonnellate di materiali di scarto a seguito di costruzioni e demolizioni (dati ISPRA). Ed è proprio da questo dato che la UE aveva messo dei paletti e fissato un percorso ben preciso, emanando una direttiva, la 2008/98/CE: entro il 2020 tutti i Paesi avrebbero dovuto raggiungere il recupero del 70% dei rifiuti da demolizione e costruzione. In Italia e non solo, attualmente, ci si aggira tra il 20% e il 30%. Un dato lontano dagli obiettivi per un settore che offre grandi possibilità di cambiamento.

Oggi, in campo edile sono sempre più i prodotti realizzati con materiali di scarto. Tra le materie più riciclate ci sono la gomma, la plastica, gli inerti, il legno, la lana di roccia, utilizzati per la creazione di nuovi prodotti, come gli isolanti. Così, come a nuova vita rinascono i detriti e le macerie da cantiere.

Verso il 2030

Dei molti contributi sull’edilizia circolare, quello più significativo è lo studio dal titolo: “L’economia circolare: un’opportunità per ripensare le costruzioni”, elaborato nel corso di ITALIA 2030, il progetto del Ministero dello Sviluppo Economico e LUISS Business School. Sostanzialmente, sono state individuate tre linee di intervento prioritario per ricreare il mondo dell’edilizia. La prima linea riguarda i rifiuti derivanti dalle demolizioni e dalle costruzioni, e in particolare modo si concentra sui problemi di natura giuridica e tecnica che ostacolano il recupero e il riciclo dei materiali. La seconda linea riguarda i materiali alternativi, con la necessità di individuare degli indicatori in fatto di sostenibilità e durata delle materie scelte. La terza linea mette in luce la necessità di lavorare ai criteri di progettazione e gestione delle costruzioni, mettendo il focus sulla digitalizzazione e sulla riduzione della vulnerabilità climatica.