Se il 2019 era stato un anno buono e anche da record in alcuni casi per il mercato immobiliare, il 2020 causa pandemia ha visto un drastico calo (quasi il 30%, dati Cbre), ma ha comunque confermato il “mattone come bene rifugio”. L’emergenza sanitaria sta trasformando inevitabilmente le esigenze e i desideri delle persone, ma non cancellerà la voglia di avere una casa di proprietà.
I dati del settore Real Estate nel 2020
In particolare dopo il primo lockdown, secondo uno studio di Scenari Immobiliari, c’è stata una richiesta crescente di trilocali (41%) e di soluzioni indipendenti, questo perché chi acquista casa per viverci desidera spazi medio grandi. Le richieste però cambiano di città in città: a Napoli e a Palermo si cercano villini in centro; a Roma e Milano, invece, la richiesta maggiore è per case di nuova costruzione, che hanno servizi, spazi all’aperto (terrazzi e giardini) e sono energeticamente efficienti e sostenibili. Chi sceglie al contrario la ristrutturazione preferisce spostarsi nei piccoli borghi di provincia, sfruttando gli incentivi statali e scegliendo luoghi meno affollati. Infine chi acquista per investimento preferisce puntare su tagli piccoli, più facili da affittare e da mettere a reddito con studenti e lavoratori fuori sede. In crisi nel 2020 anche gli investimenti da parte di stranieri: solo un 58% rispetto a una media degli ultimi 5 anni di circa il 70%. Un dato ovviamente causato dalla pandemia, ma che non indica un minor interesse per le abitazioni del nostro Paese. A risentire della pandemia anche il mercato degli uffici: il ricorso allo smart working e il distanziamento imposto hanno determinato una perdita del 40% in nove mesi.