Economia circolare e costruzioni sostenibili

Riparare, riusare, riciclare. Si potrebbe riassumere in queste tre parole il senso dell’economia circolare. Applicata al mondo delle costruzioni, si parla di edilizia circolare: per un futuro ad alta sostenibilità.

 

Per capire bene come sarà l’edilizia circolare bisogna partire dalla definizione di economia circolare. Una delle più citate è della Ellen MacArthur Foundation, secondo la quale è “un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare, i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera e quelli tecnici, destinati ad essere ri-valorizzati, senza entrare nella biosfera”. L’obiettivo principale è estendere il più possibile il ciclo di vita dei prodotti e ridurre al minimo la produzione di rifiuti. Inoltre, una volta che il prodotto ha terminato la propria funzione oppure si rompe, viene riciclato, reintroducendolo nel ciclo economico dei materiali con cui era stato creato.

Vecchi materiali, nuovi prodotti

È evidente che applicare questo tipo di economia al settore delle costruzioni, attualmente tra le industrie con il più alto impatto ambientale e che più di ogni altro produce rifiuti speciali, vuol dire migliorarlo sensibilmente, e migliorar anche l’aspetto sociale ed economico di un settore che crea i luoghi del vivere quotidiano.

Nel 2017, in tutta l’Unione Europea, il settore dell’edilizia ha prodotto 57 milioni di tonnellate di materiali di scarto a seguito di costruzioni e demolizioni (dati ISPRA). Ed è proprio da questo dato che la UE aveva messo dei paletti e fissato un percorso ben preciso, emanando una direttiva, la 2008/98/CE: entro il 2020 tutti i Paesi avrebbero dovuto raggiungere il recupero del 70% dei rifiuti da demolizione e costruzione. In Italia e non solo, attualmente, ci si aggira tra il 20% e il 30%. Un dato lontano dagli obiettivi per un settore che offre grandi possibilità di cambiamento.

Oggi, in campo edile sono sempre più i prodotti realizzati con materiali di scarto. Tra le materie più riciclate ci sono la gomma, la plastica, gli inerti, il legno, la lana di roccia, utilizzati per la creazione di nuovi prodotti, come gli isolanti. Così, come a nuova vita rinascono i detriti e le macerie da cantiere.

Verso il 2030

Dei molti contributi sull’edilizia circolare, quello più significativo è lo studio dal titolo: “L’economia circolare: un’opportunità per ripensare le costruzioni”, elaborato nel corso di ITALIA 2030, il progetto del Ministero dello Sviluppo Economico e LUISS Business School. Sostanzialmente, sono state individuate tre linee di intervento prioritario per ricreare il mondo dell’edilizia. La prima linea riguarda i rifiuti derivanti dalle demolizioni e dalle costruzioni, e in particolare modo si concentra sui problemi di natura giuridica e tecnica che ostacolano il recupero e il riciclo dei materiali. La seconda linea riguarda i materiali alternativi, con la necessità di individuare degli indicatori in fatto di sostenibilità e durata delle materie scelte. La terza linea mette in luce la necessità di lavorare ai criteri di progettazione e gestione delle costruzioni, mettendo il focus sulla digitalizzazione e sulla riduzione della vulnerabilità climatica.