Lo stato di salute del mondo dell’edilizia: la situazione attuale e le previsioni per il futuro

Il settore dell’edilizia, secondo gli ultimi dati riportati dall’Istat in riferimento alla produzione delle costruzioni, mostra ancora una volta un saldo positivo del +16,9% annuo, ma al contempo l’indice subisce ad aprile 2022 una lieve flessione dell’1,3% su una crescita che durava da almeno otto mesi. Se si prende ad esempio il trimestre febbraio-aprile 2022 la produzione delle costruzioni è salita del 7% rispetto al trimestre precedente. Il mondo delle costruzioni non era così in positivo da più di dieci anni, questi livelli produttivi si sono toccati l’ultima volta nel 2011.

La questione dei prezzi

Quello che l’Istat registra negli ultimi mesi è anche un aumento dei prezzi nella produzione delle costruzioni. A maggio 2022 i prezzi per “Edifici residenziali e non residenziali” sono cresciuti dello 0,5% su base mensile, e del 10,4% su base annua e questo rincaro dipende principalmente dai costi dei materiali, delle materie prime e poi anche dai servizi di trasporto.

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Gli investimenti nelle costruzioni

Il XXXII Rapporto Congiunturale e Previsionale Cresme pone l’accento, invece, sui dati che riguardano gli investimenti nel settore delle costruzioni. Il 2022 segna già un aumento del 6,5% e si prevede un +6,4% anche nel 2023, considerando che già nel 2021 si era registrato un +21,4%. Una crescita, quindi, sostanziosa e continua tenendo in considerazione i rincari delle materie prime e dell’energia, oltre ai tassi di interesse e allo spread. Nelle previsioni del Cresme, nel 2023 ci si avvicinerà di molto al picco positivo toccato nel 2007, una situazione che solo fino a qualche anno fa sembrava un miraggio e oggi più che mai è una concreta possibilità.

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Il futuro del mondo dell’edilizia

In attesa di capire se verranno ulteriormente prorogati superbonus o altri incentivi nel settore delle costruzioni (ristrutturazioni e riqualificazioni), il Cresme prevede una stabilizzazione del mercato nel 2024 che comprenderà in ogni caso opere pubbliche e riqualificazioni urbane anche se i fondi dovessero essere ridotti. Tutto questo perché il settore delle costruzioni viene spinto da mutui sempre molto accessibili soprattutto per i giovani e con la pandemia che ha riacceso un forte interesse per la casa di proprietà, facendo salire la domanda e di conseguenze gli acquisti, e poi il desiderio di ammodernare e rendere più tecnologici e sostenibili gli immobili più vecchi.

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