Non c’è solo il caro energia. Il mondo delle costruzioni si appresta a vivere i prossimi mesi facendo i conti anche con il rincaro delle materie prime.
Costi alle stelle e futuro incerto
I dati stimati dall’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) lasciano pochi spazi ai dubbi: rispetto al 2020, il costo del ferro per cemento armato è aumentato del 115%, il bitume del 91%, il pvc del 158%, il polistirene del 104%, il rame del 79%, il polipropilene del 96%. E poi ancora il polietilene del 117% e il legname da conifera dell’84%.
Dati quest’ultimi, comunicati dall’Ance a fine agosto 2022 e subito ritoccati a causa della crisi energetica, tanto da far considerare un aumento complessivo del 35%. Un’enormità che rischia di abbattersi sui cantieri.
Caro energia a due fattori
La stima dell’ANCE tiene conto di due forti impatti: quello energetico sui cantieri e quello indiretto, sempre energetico, per la produzione dei materiali.
L’associazione rileva che negli ultimi mesi la componente energetica diretta della bolletta risulta aumentata, rispetto alla media del 2020, di oltre dieci volte. Il costo energetico dipende anche dal tipo di lavorazione effettuata ed è stimato mediamente intorno al 3%.
L’altro fattore, ossia l’incremento del costo dell’energia per la produzione di materiali, è ancora più impattante perché potrebbe determinare un’interruzione delle filiere produttive e conseguentemente la reperibilità dei materiali sul mercato.
L’insieme dei due effetti – secondo il rapporto ANCE – determina un maggior costo stimabile in circa il 35% rispetto a quanto previsto dalla stessa associazione solo pochi mesi fa.
Il futuro è la tecnologia
“La digitalizzazione nella gestione dei cantieri può essere d’aiuto in questo momento – dichiara Daniele D’Orazio, fondatore ed amministratore unico di Impredo. La flessibilità, raggiungibile attraverso una più corretta previsione dei costi realizzativi e un loro aggiornamento in base alle variate condizioni di mercato, risulta fondamentale per affrontare i rincari”.
Secondo le stime degli esperti, i prezzi potrebbero continuare a salire fino ad inizio 2023. Un’inversione di tendenza ci potrebbe essere con la fine del conflitto tra Russia e Ucraina ed un riassestamento dei prezzi dell’energia. Ma fino a quando questo non accadrà, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento delle materie, necessaria attraverso un approccio innovativo rimane una delle strade più efficaci.