Roma e l’occasione dell’Expo: sviluppo immobiliare e rigenerazione urbana per rilanciare la città

La candidatura di Roma all’Expo del 2030 apre una serie di scenari molto interessanti sia per lo sviluppo immobiliare della città che per la sua rigenerazione urbana. La grande esposizione universale potrebbe essere, infatti, un trampolino di lancio per la capitale italiana, avvolta negli ultimi anni da un immobilismo urbano ed edilizio, soprattutto se paragonata alle altri metropoli europee. Milano è in questo senso un esempio. Il capoluogo lombardo dopo aver ospitato l’Expo nel 2015 ha subito una crescita sotto diversi punti di vista: immobiliare, ricettivo e soprattutto sul piano della mobilità.

I settori attrattivi per gli investitori

Roma con la possibilità di ospitare l’Expo 2030 è vista dagli investitori come un polo attrattivo per i settori immobiliare (residenziale e ricettivo, parliamo di oltre 45milioni di presenze nel 2019), ma anche per progetti che prevedano una rigenerazione urbana e una riqualificazione del patrimonio esistente. La città eterna è già ritenuta un polo attrattivo (quarto posto in Europa dopo Londra, Parigi e Madrid) ed è tra i nuclei urbani più importanti del continente europeo, ma ha bisogno di spiccare il volo e un grande evento di caratura mondiale può sicuramente accrescere questo potenziale. 

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Una ricerca di Scenari Immobiliari vede Roma con una possibile crescita del 15,4% nel comparto immobiliare, seconda solo a Parigi (19.3%). Roma è una città che attira turisti e per questo il settore degli hotel sarebbe incentivato. Ma è anche la metropoli preferita da studenti e giovani lavoratori provenienti soprattutto dal centro sud Italia, e in questo caso sarebbe interessato il comparto residenziale per gli affitti o gli acquisti di appartamenti di piccolo taglio.

Il futuro di Roma e opportunità da cogliere

Roma vanta un patrimonio storico, artistico e architettonico e anche di verde importante, e che con politiche e progetti di rigenerazione e riqualificazione urbana, grazie al Pnrr e alla possibilità di ospitare l’Expo 2030 può davvero trasformarsi in una città ricca di opportunità nei prossimi otto anni. Occasioni che possono essere colte dai professionisti privati, che devono con il loro lavoro contribuire al rilancio della città e a una nuova pianificazione. L’Expo, quindi, non sarà solo un’esposizione temporanea, ma un volano a lungo termine per Roma, per trasformala in una città innovativa costruita sulle basi solide del suo passato. Non a caso lo slogan con cui è stata presentata la candidatura recita “Future is our history”. 

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Gli obiettivi su cui lavorare

Tra i temi messi sul tavolo ci sono scuola, sanità, parchi, digitale, trasporti e rifiuti perché la rigenerazione sarà totale e coinvolgerà anche quell’idea di città di prossimità, ovvero vicina alle persone oltre che sostenibile, interconnessa e inclusiva. Roma è una città che ha un grande potenziale, ma che accusa una mancanza di investimenti negli anni passati. Ma va considerato che rispetto ad altre città europee ha un rapporto qualità/prezzo degli immobili molto interessante e vantaggioso. Prima dell’Expo, Roma sarà chiamata a un primo test con il Giubileo del 2025, e questa sarà un’occasione per mostrare la sua crescita e i suoi progressi.