Costruire, ristrutturare e adeguare: il futuro dell’edilizia scolastica italiana passa attraverso un investimento di oltre 2 miliardi di euro del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto su misure di competenza del Ministero dell’Istruzione e del Merito che riguarda l’accelerazione degli interventi di edilizia scolastica, i quali rappresentano il primo passo di un grande piano di semplificazione per tutta la scuola. L’obiettivo è supportare gli enti locali in questa fase strutturale e semplificare le procedure attuative e i relativi meccanismi. Un taglio alla burocrazia per accelerare i tempi e migliorare fin da subito le condizioni degli edifici scolastici italiani.

Un'edilizia scolastica datata

Infatti, secondo un recente rapporto di CittadinanzaAttiva, gli edifici scolastici italiani statali attivi sono 40.221, di cui il 33% concentrato in Lombardia, Campania e Sicilia. Di un quarto degli edifici non si conosce la data di costruzione, mentre è certo che il 42% di essi risale a prima del 1976. I fondi stanziati prevedono interventi di messa in sicurezza, riqualificazione, adeguamento sismico, antincendio ed eliminazione di barriere architettoniche nelle scuole italiane. Inoltre, è prevista la costruzione di 195 nuovi plessi (per un totale di 800milioni di euro). Nel dettaglio, nel decreto è introdotta, per gli enti locali la possibilità di utilizzare i ribassi d’asta anche per i “progetti in essere” e non più soltanto per quelli previsti dal Pnrr. Ciò consentirà di rimuovere un vincolo all’utilizzo delle risorse, di oltre 350 milioni e rimediare così al fenomeno dell’aumento del costo dei materiali. Inoltre, per assicurare il rispetto dei tempi indicati dal Piano, sono potenziate le misure acceleratorie degli interventi per garantire sostegno agli enti locali più piccoli, sprovvisti di professionalità tecniche specifiche in grado di seguire gli appalti.

L'esempio di Impredo

Al di là degli aspetti tecnici del decreto, secondo gli esperti che si sono pronunciati sul futuro dell’edilizia scolastica italiana, la realizzazione e la ristrutturazione degli edifici passa attraverso alcuni punti fondamentali, quali l’impatto minimo, privilegiando soluzioni low tech. L’edificio deve avere materiali eco-compatibili e il complesso scolastico dotato di spazi accoglienti per la comunità, considerata come centro di aggregazione. Di fondamentale importanza sono gli spazi come corti interne, terrazze, giardini, padiglioni, verande, tutte soluzioni viste come prolungamento degli ambienti interni, affinché diventino spazi naturali di apprendimento. Un tipo di lavoro che Impredo ha già attuato attraverso la ristrutturazione di locali di una famosa discoteca romana diventata ora la sede RUFA – Rome University of Fine Arts. Leggi qui: https://www.impredo.it/a-roma-realizzata-la-nuova-accademia-delle-belle-arti/ In via Libetta, Impredo ha intrapreso opere di efficientamento energetico e miglioramento sismico, ed effettuato tutti i lavori necessari per migliorare l’aspetto della struttura, senza alterarne la volumetria. Edificio consegnato, tra l’altro, in tempi record.  “Sin dalla sua fondazione la nostra azienda ha sempre lavorato al fianco di sviluppatori e progettisti per offrire prodotti immobiliari innovativi e sostenibili – ha dichiarato Daniele D’Orazio, Amministratore Unico di Impredo – La ristrutturazione, anzi la rigenerazione urbana di vecchi edifici è un aspetto importante del nostro lavoro e in questo caso, abbiamo consegnato alla città una struttura all’avanguardia, moderna e nuova in un edificio storico”.