Ville, terrazzi e giardini. Agli italiani piacciono gli spazi aperti (e i piccoli centri)

Gli italiani cercano sempre più ville, villette a schiera e rustici o casali. Le ricerche per queste tipologie di abitazioni, secondo un report del 2020 di Immobiliare.it, sono infatti aumentate del 12,3% rispetto ai 12 mesi precedenti.

In crescita (10%) anche le ricerche per soluzioni immobiliari che dispongono di un terrazzo e di case più grandi e con spazi esterni privati: il numero delle stanze desiderato è passato da 3 a 4. Facile comprendere come smart working e didattica a distanza abbiano fortemente inciso sulle ricerche degli italiani.

«L’esigenza di avere una casa più grande e soprattutto con spazi esterni vivibili è perfettamente comprensibile in questo momento storico. Il nostro lavoro, come Sviluppatore immobiliare, è venire incontro alle richieste delle persone e realizzare prodotti in linea con queste necessità» commenta Daniele D’Orazio, Amministratore unico di Impredo.

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Fuga dalle grandi metropoli: un’opportunità

Un quadro, quello immobiliare, che deve fare i conti con gli effetti della pandemia. Secondo un’elaborazione effettuata dal Sole 24 Ore sulla base dei bilanci demografici mensili Istat, si è registrata una fuga dalle grandi metropoli, in favore di centri ritenuti più vivibili, da dove per molti è possibile continuare a lavorare anche grazie allo smartworking. L’indagine, relativa alla popolazione residente nei comuni capoluogo delle 15 città metropolitane, mostra come nelle metropoli sia stato registrato un saldo migratorio nettamente negativo nel 2020, che ha visto accentuarsi un fenomeno già in corso da anni. La tendenza è stata quella di spostarsi in centri più vivibili e spesso con affitti più bassi. E a guadagnarci sono state soprattutto le città vicine al mare, ai laghi e dell’hinterland. Tra le città più attrattive oltre i 65mila abitanti c’è ad esempio Aprilia, in provincia di Latina, dove un sesto dei nuovi residenti dell’ultimo anno sono arrivati da Roma.

«Questo tipo di migrazione, fenomeno ormai in atto da 4 o 5 anni e che ha subito un’accelerazione nel corso del 2020, può essere un’opportunità per valorizzare piccoli centri dove la gran parte delle abitazioni sono vecchie di decenni e che trarrebbero giovamento dallo sviluppo di prodotti immobiliari nuovi, efficienti, green e ben calati nel contesto paesaggistico» spiega Marco Albi Marini, Direttore Sviluppo di Impredo.

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